Addio ad Alceo Mantoan, uno degli storici componenti de “I Celti”
Dopo la scomparsa di Cesare Filippone, insieme a Beppe Scarparo hanno portato avanti l'autentica tradizione del folk vercellese
Un altro pezzo della storia di Vercelli che se ne va. Si è spento all’ospedale “Sant’Andrea”, dov’era ricoverato da oltre un mese, Alceo Mantoan. Aveva 77 anni e assieme a Cesare Filippone e Beppe Scarparo formata il mitico trio de “I Celti”.
Mantoan era il componente più estroverso e brioso dello storico gruppo musicale bicciolano, era quello scanzonato che univa alla chitarra e alla voce un’impareggibabile mimica facciale, che gli permetteva di interpretare ogni canzone, cogliendone, gli aspetti più significativi e coinvolgendo il pubblico nella sua interpretazione.
Con un battito di ciglia passava dall’ironica Gaja fiuraia a San Firmino, passando per Gin Gin e raggiungere, con la stessa naturalezza, toni drammatici e malinconici come Oh che sità!, ‘Na sera a la stasion e Oh Signùr (autentico inno di Vercelli).
Alceo Mantoan si immedesimava talmente nella canzone che, spesso, spuntava qualche lacrima, la stessa che in tanti quest’oggi, mercoledì 16 settembre, hanno versato all’annuncio della sua morte.
Con “I Celti” ha lanciato e riscoperto il folk vercellese, canzoni che, fino ad allora, facevano parte della tradizione orale, ma che grazie al “Ceo” sono diventati patrimonio di tutta la città. Dopo la morte di Filippone nell’82, Mantoan e Scarparo hanno continuato e integrato la tradizione de “I Celti”, diventando immancabili in ogni edizione del “Memorial folk”. Anche per questo, alcuni anni fa, avevano ricevuto il “Bicciolano d’oro”.
Con Alceo Mantoan si perde un altro punto di riferimento della Vercelli più genuina e autentica. Lascia la moglie Antonella, il figlio Gianni (colonna della “Vercelli Jazz Filarmonica”) con Chiara, la figlia Mariella con Elio e la nipote Margherita.
Il Rosario verrà recitato alle 17 di domani, giovedì 17 settembre, nella chiesa di Billiemme, mentre l’ultimo saluto sarà venerdì 18 settembre alle 10.30 nella medesima chiesa cittadino (attigua al cimitero).
Piermario Ferraro