Gilda degli insegnanti affollatissima all’istituto Cavour
Giovedì corso all’Istituto tecnico “Cavour” di Vercelli si è tenuta un’ affollatissima assemblea provinciale della Gilda degli Insegnanti in cui sono stati affrontati temi caldi quali il Ddl “La buona scuola”, il piano di assunzione dei precari e le iniziative di mobilitazione da attuare nei prossimi giorni. Di fronte ad una platea attenta e molto partecipe hanno parlato il professor Giorgio Quaggiotto della Direzione nazionale e il professor Antonio Antonazzo responsabile nazionale del coordinamento precari. Si è subito considerato che il Ddl “appare – è emerso dagli interventi di Quaggiotto e Antonazzo – come “un mostro giuridico” che, se verrà approvato, segnerà la fine della scuola pubblica statale come la conosciamo oggi, per dar vita ad una scuola retta da una logica aziendale che ha ben poco a che vedere con la scuola della Costituzione, cioè quella che persegue l’alto fine di trasmettere cultura e di formare i cittadini del domani e dotarli di spirito critico. Fin dalle prime righe del testo appare chiara la volontà di smantellare la scuola pubblica e avviare un processo di privatizzazione che abbia come esito una scuola-azienda basata su principi di marketing, di efficienza e competitività. I punti di anticostituzionalità sono diversi: “la chiamata diretta” del Dirigente, già dichiarata anticostituzionale con sentenza del 2013 dalla Consulta, la possibilità prevista dall’art.7 del Ddl che il Dirigente decida anche in materia di scelte didattiche, limitando la libertà di insegnamento, sancita dall’art. 33 della Costituzione. Inoltre la stabilizzazione dei precari appare lontana anche perché la proposta di stralcio dell’art.8 del DDl “Piano straordinario di assunzioni” è stata bocciata in Parlamento dalla maggioranza. Il gioco del Governo è chiaro spostare la responsabilità delle aspettative sulla stabilizzazione del precariato al Parlamento. Se il ddl non sarà approvato non ci saranno le promesse assunzioni. Molti sono stati gli interventi dei docenti presenti all’assemblea per proporre diverse forme di protesta: dal blocco delle attività aggiuntive, al boicottaggio dell’adozione dei libri di testo o dei viaggi di istruzione fino allo sciopero generale di tutto il personale della scuola. Se il ddl venisse approvato così com’è, sarebbe la fine anche della contrattazione che dovrà semplicemente adeguarsi alla presa d’atto del nuovo modello autoritario di scuola e limitarsi a ratificare disposizioni contrattuali attuative e coerenti. Bisogna fermare il mostro della “buona scuola” e salvare la scuola pubblica italiana che, nonostante paurosi tagli di posti e promesse d’investimento mai mantenute negli ultimi decenni, ancora preserva caratteristiche e qualità invidiate all’estero. Valorizzare per ripartire, non tentare stravolgimenti in direzione di una scuola-azienda perseguita scimmiottando realtà europee o internazionali che da tempo hanno evidenziato tutti i loro limiti sui livelli di preparazione dei discenti”.