Blitz alla casa di riposo “La Consolata” di Borgo D’Ale. Eseguite 18 misure cautelari
Dalla Questura di Vercelli, riceviamo e pubblichiamo il comunicato ufficiale relativo all’operazione “Resident Evil”
Nel pomeriggio del 19 febbraio la Polizia di Stato di Vercelli ha portato a termine un’altra lunga e brillante operazione, eseguendo 18 misure cautelari per maltrattamenti di anziani e disabili all’interno della Casa di riposo “ La Consolata” di Borgo d’Ale, struttura specializzata in particolare nell’assistenza a persone in condizioni di disagio psichico o affette da problemi di carattere motorio.
Le indagini hanno inizio quando nel mese di agosto 2015 veniva sporta una denuncia contro ignoti, presso la Sezione di P.G. della Procura della Repubblica di Vercelli, dal padre di una delle pazienti ospite di quella struttura. Lo stesso in più occasioni, quando si recava a trovare la figlia, le trovava sul corpo diversi segni riconducibili a maltrattamenti. Insospettito decideva di sporgere denuncia.
Per tale motivo, il titolare delle indagini, Sost. Procuratore Davide Pretti, delegava l’attività investigativa alla Squadra Mobile di questa Questura.
La Seconda Sezione iniziava, così, una corposa attività investigativa al fine di far luce sui fatti denunciati: effettuati i primi accertamenti, si riteneva indispensabile ambientalizzare gran parte della struttura con apparecchiature audio-video al fine di monitorare quanto accadeva all’interno.
Il quadro generale che emergeva era a dir poco “sconvolgente” per la brutalità, la crudeltà e la mancanza di umanità con cui venivano trattati quotidianamente gli ospiti da parte del personale addetto: le condotte poste in essere dagli indagati erano estremamente lesive della loro integrità fisica e morale.
Alle richieste dei familiari delle vittime di avere chiarimenti circa le lesioni riscontrate sui corpi dei propri cari lì ricoverati, il personale dell’istituto si giustificava, ogni volta, sostenendo che gli ospiti si erano infortunati a causa delle precarie condizioni fisiche, derivanti da problematiche motorie o da malattie psichiatriche.
Più nello specifico sono state eseguite undici custodie cautelari in carcere e sette arresti domiciliari. Dodici le vittime accertate.
Otto persone sono state arrestate all’interno della casa di cura durante l’orario di “lavoro” mentre gli altri dieci sono stati fermati presso le loro abitazioni.
Tutti sono chiamati in causa perché, nella loro qualità di medici, infermieri od operatori sanitari, avrebbero maltrattato pesantemente ospiti della struttura affetti da problematiche invalidanti.
Gli episodi contestati, che si quantificano in più di 300, sono in particolare: schiaffoni, a volte inferti anche con oggetti come manici di scopa e chiavi, ma anche strattoni, prese per i capelli, pugni, spintoni, umiliazioni e vessazioni, veri e propri “lanci” sulle sedie o a terra, piuttosto che sul letto di degenza; o ancora, pazienti legati o costretti a giacere per terra e sentirsi calpestare.
Tutti gli episodi, la cui visione ha comportato, per gli operatori turni di lavoro spossanti e continuativi, sono stati accertati grazie alle riprese ottenute dalle telecamere nascoste.
Due degli indagati dovranno anche rispondere del reato di “Determinazione al reato di persona non imputabile o non punibile” in quanto servendosi di altri pazienti affetti da gravi problemi psichici facevano maltrattare ripetutamente altri pazienti.
Altri due, invece di sequestro di persona per aver chiuso per lunghe ore pazienti nelle proprie stanze, fregandosene delle ripetute richieste di aiuto in una sofferenza inspiegabile.
Dietro, quindi, a una facciata di funzionalità si nascondeva un luogo di torture, soprusi e orrori.
Eseguire le misure è stata una liberazione per i pazienti che non solo sono stati meno fortunati di altri nella propria vita per essere affetti ciascuno da problematiche particolari, ma sono stati anche costretti a subire condotte barbare di gente senza scrupoli.
Una liberazione è stata anche quella degli operatori della Polizia di Stato che hanno seguito il caso con costante impegno e motivazione nella certezza di poter aiutare questa sfortunata gente e permettergli, almeno, un futuro migliore.
Maggiori dettagli nella conferenza stampa che si terrà presso la Questura di Vercelli alle ore 11, alla presenza del Questore di Vercelli Dr. Pagliazzo Bonanno e del Procuratore di Vercelli, Dr. Tamponi.