«Davanti alla Madonna di Oropa per riprendere il cammino con coraggio»

Lunedì, sia pur in forma ridotta a causa dell'emergenza sanitaria, si è svolto il pellegrinaggio diocesano al santuario mariano

L'Arcivescovo presiede la messa nella basilica antica di Oropa

Le limitazioni legate all’emergenza sanitaria ancora non completamente conclusa e un meteo incerto, hanno fatto sì che il tradizionale pellegrinaggio diocesano a Oropa che, di fatto, conclude i festeggiamenti per la ricorrenza di S. Eusebio, si sia svolto con una partecipazione di popolo molto ridotta rispetto alla normalità. Così, lunedì mattina, poche decine di fedeli si sono date appuntamento nella basilica antica del santuario mariano, davanti alla statua della Madonna Nera. L’arcivescovo di Vercelli, mons. Marco Arnolfo, accompagnato da mons. Alberto Albertazzi e da due pellegrine, è giunto attorno alle 10 sul piazzale del santuario dopo aver percorso a piedi il tragitto dal “Bottalino”: «Il tempo è stato clemente – ha commentato al suo arrivo mons. Arnolfo – le nuvole hanno celato il sole mantenendo il clima fresco e una leggera pioggerella ci ha accompagnato solo nell’ultimo tratto».

Il tempo di cambiarsi d’abito e l’Arcivescovo ha presieduto la messa nella basilica concelebrando con il card. Giuseppe Versaldi e alcuni sacerdoti vercellesi e biellesi.

Nell’omelia mons. Arnolfo si è rivolto alla Madonna di Oropa chiedendo due “grazie”: «Anzitutto invochiamo l’intercessione di Maria perché ci insegni a nutrirci alla parola di Dio, come fece Eusebio che volle tradurre in latino i vangeli per poterli rendere accessibili a un numero crescente di fedeli. In secondo luogo chiediamo che la Madonna di Oropa ci doni coraggio e speranza così come nel passo evangelico che abbiamo ascoltato oggi Gesù diede forza ai suoi discepoli in difficoltà sulla barca, camminando sulle acque del lago. Dio è sempre al nostro fianco, soprattutto quando siamo angosciati, preoccupati…».

Infine un pensiero rivolto a chi sta soffrendo a causa della crisi pandemica: «Preghiamo perché, dopo la meritata sosta estiva, tutti possano riprendere a lavorare con dignità per guardare al futuro con fiducia. Insieme sapremo uscire da questa tragedia planetaria».