La Cattedrale gremita per l’ultimo saluto a padre Enrico Masseroni
Giovedì 3 ottobre le esequie dell'amato Arcivescovo emerito
Una cattedrale gremita di fedeli ha portato l’ultimo saluto a padre Enrico Masseroni, arcivescovo emerito di Vercelli, morto lunedì mattina dopo una lunga malattia. Le esequie sono state presiedute dall’arcivescovo mons. Marco Arnolfo che ha iniziato la messa richiamando il profilo «del nostro fratello vescovo Enrico, quale padre e pastore. Egli ha saputo fino all’ultimo, offrendo la sua sofferenza a Dio, pregare per noi tutti».
Poi l’Arcivescovo ha voluto ringraziare tutti i fedeli presenti e in particolare «i cardinali Tarcisio Bertone, già arcivescovo di questa diocesi, il card. Severino Poletto, l’arcivescovo di Torino Cesare Nosiglia, l’arcivescovo di Lucca Italo Castellani, mons. Luigi Bettazzi vescovo emerito di Ivrea e i tantissimi confratelli vescovi, i sacerdoti, i diaconi i seminaristi provenienti, oltre che dalla diocesi di Vercelli, da quelle di Novara e Mondovì. Infine porto le condoglianze del card. Giuseppe Versaldi e del vescovo di Piacenza, mons. Gianni Ambrosio, impossibilitati a presenziare»
Da ultimo mons. Arnolfo ha rivolto un saluto particolare a mons. Cristiano Bodo, vescovo di Saluzzo, per tanti anni stretto collaboratore di padre Masseroni come vicario generale della diocesi eusebiana, cui ha affidato il compito di tenere l’omelia funebre.
«Oggi il nostro animo è attraversato da un misto di sentimenti – ha iniziato mons. Bodo – Il saluto che stiamo dando a padre Enrico fa emergere per ciascuno di noi ricordi, pensieri e molto altro ancora. Di certo la tristezza, la sofferenza colorano questo momento ma in tutto ciò percepiamo anche serenità e pace. La lunga malattia di padre Enrico e la sua età non più giovanissima ci hanno preparato a doverlo salutare, ma la serenità e la pace di quest’ora hanno radici più profonde. Si perché questa è l’Ora della tristezza, della sofferenza che fanno spazio alla serenità, alla pace e alla speranza. Questo può avvenire perché come ci ha ricordato l’apostolo Paolo: “La parola di Dio non è incatenata”, le fatiche che l’apostolo ha dovuto subire non mettono a tacere la parola di Dio, neppure la morte di padre Enrico anzi la fa riecheggiare ancora di più. Questa parola, neppure messa a tacere dallo scacco della morte, ci rivolge l’invito di ricordarci che Gesù è il Cristo, il Salvatore, affinchè anche noi possiamo “raggiungere la Salvezza che è in Cristo Gesù”. L’apostolo Paolo lo ricorda a Timoteo e alla sua comunità e oggi lo ricorda a ciascuno di noi: la Salvezza, la Santità è possibile».
Al termine della messa ancora tre interventi: il card. Bertone, predecessore di padre Masseroni sulla cattedra di Eusebio, si è soffermato sull’esempio dato «dal confratello Enrico nell’amare tutti fino alla fine. Prego perché il suo esempio accompagni ciascuno di noi». Subito dopo è toccato al sindaco di Vercelli, Andrea Corsaro, portare il cordoglio della comunità civile: «Non dimenticheremo l’impegno e la dedizione di p. Masseroni e la sua costante attenzione ai problemi e ai temi della città e del territorio. Grazie padre Enrico, grande vescovo di Vercelli!».
Infine toccante e commovente il ricordo di Manuel Cerutti, nipote di padre Masseroni, che a nome della famiglia ha voluto testimoniare come «pur nella distanza fisica, padre Enrico sia stato presente nella vita di tutti noi con le parole, gli scritti e la partecipazione agli eventi più importanti. Una vicinanza semplice e profonda: grazie padre, don, zio…».
Conclusa la messa si è svolta la cerimonia della tumulazione della salma di padre Masseroni nella Cripta dei vescovi in cattedrale.
(ampi servizi sull’edizione cartacea del “Corriere Eusebiano” di sabato 5 ottobre 2019)