Muore stimata insegnante. Fermato il figlio adottivo

La città sgomenta davanti l’ennesimo fatto di cronaca

La conferenza stampa in Questura

Nella giornata di giovedì scorso, la Squadra Mobile della Questura di Vercelli ha appreso da fonte confidenziale di talune incongruenze relativamente al decesso di una donna, insegnante in pensione molto conosciuta in città, avvenuto due giorni prima.
La donna era stata soccorsa nel proprio appartamento dal personale sanitario a seguito della richiesta del figlio adottivo, un uomo trentenne originario del Camerun.
Quest’ultimo avrebbe detto al personale medico di aver trovato la madre adottiva in bagno con delle vistose ferite al capo e al corpo, come se fosse caduta accidentalmente mentre effettuava dei lavori domestici. A seguito della notizia ricevuta, sono state immeditamente avviate serratissime indagini, comprensive di attività tecniche, che hanno permesso di raccogliere numerose evidenze probatorie tutte dirette a sconfessare la versione fornita dall’uomo.
Tali evidenze, unitamente al risultato dell’esame autoptico che ha confermato che la donna è stata vittima di una brutale aggressione, hanno fatto sì che venisse emesso dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Vercelli un decreto di fermo di indiziato di delitto per il reato di omicidio aggravato nei confronti del figlio adottivo della donna.
Gli accertamenti effettuati hanno permesso di appurare che, con tutta probabilità, l’uomo, affetto da grave ludopatia e con problemi economici, ha aggredito la propria madre adottiva a seguito di un litigio scoppiato perché la donna non voleva soddisfare le sue continue richieste di soldi.