Siccità: allarme per il livello di fiumi e laghi
A Vercelli non piove da 66 giorni precisi, 63 a Biella ed è tra le città del nord Italia che più patiscono l’assenza di precipitazioni. Poco meno Torino e Milano, o Novara e Como, dove siamo alla 54esima giornata senza piogge.
Il dato emerge da una analisi della Coldiretti che sottolinea come l’assenza di precipitazioni si sia combinata un’insolita scarsità di giornate ventose con la concentrazione di inquinanti che rimane nell’aria di tutta la pianura padana, dove si registra una storica siccità con il Po sceso su livelli addirittura estivi.
La situazione tenderà ad aggravarsi nel prossimi giorni poiché non si prevede pioggia fino a dopo Natale con il mese di dicembre che rischia di classificarsi come il più secco della storia dopo che già quello di novembre aveva fatto registrare piogge praticamente dimezzate (-49%) ma con punte di meno 80% al Nord, sulla base dei dati Ucea.
In difficoltà dal Piemonte alla Lombardia, dall’Emilia al Veneto fino al Friuli ma il problema riguarda l’intera Penisola: nei campi c’è apprensione per la mancanza di acqua necessaria per ristabilire le risorse idriche indispensabili nella fase di crescita delle coltivazioni, mentre in montagna è allarme per l’assenza di neve in grado di fungere da “serbatoio idrico” per approvvigionare le vicine pianure irrigue nei mesi a venire.
L’assenza di precipitazioni provoca nelle grandi città la permanenza di impurità nell’aria con l’adozione di misure di salvaguardia, a cominciare da Milano dove si registrano valori fuori norma da oltre tre settimane, ma sta provocando anche una preoccupazione generalizzata nelle campagne sulla situazione dei principali bacini idrici e dei terreni anche perché sta mancando la neve che rappresenta un’importante scorta per le riserve idriche.
La siccità ha addirittura innalzato il rischio di incendi nelle zone boschive con erba e arbusti rinsecchiti.
Anche i laghi di Viverone, d’Orta e Maggiore registrano livelli molto bassi, mentre è rappresentativo della realtà anomala di questi mesi è il livello del fiume Po che è al di sotto di quasi 2 metri rispetto allo stesso periodo dello scorso anno al Ponte della Becca (Pavia) dove il livello idrometrico del più grande fiume italiano è addirittura come quello di questa estate: una situazione preoccupante per un bacino dove si produce il 35 per cento della produzione agricola che è fortemente dipendente dalla disponibilità di acqua ma che è anche sintomatica delle difficoltà in cui si trova buona parte dell’Italia.