A che punto è la notte
A che punto è la notte, prendendo a prestito ancora una volta il titolo di una pietra miliare delle letteratura contemporanea italiana e trasponendola alla Pro,
https://it.wikipedia.org/wiki/A_che_punto_%C3%A8_la_notte_(miniserie_televisiva)
https://www.raiplay.it/programmi/achepuntoelanotte
che una volta era “nostra” ed ora forse sentiamo un po’ meno nostra, come quando si diceva agli amici “i vach vëdi la mè pro”, la Pro non è più nostra, fatto salvo questo senso di lotta imbozzolata che si intravede da quando è arrivato mister Banchini. Rischio di ripetere, anzi vado a ripetere concetti già espressi, con il Renate siamo scesi in campo cinque minuti dopo il fischio d’avvio, con la Pergolettese siamo rientrati negli spogliatoi due minuti prima del fischio finale, complice purtroppo la scelta tecnica del mister di dare il cambio in difesa. Mi sono rivisto circa undici volte il gol preso al Voltini di Crema, e per undici volte ho visto Sbraga che si perde Bignami che va a segnare di testa. Lasciamo perdere le responsabilità di chi ha fatto fare il cross, ovvero Clemente, un cross teso e in mezzo all’area piccola, la palla in mezzo ci può arrivare ma i difensori centrali sono lì per respingere e riprogrammare in istanti la difesa sull’attacco della seconda palla. Detto questo, detto del sempre meraviglioso GianMario, resta il rammarico per una prestazione che avrebbe dovuto sfociare almeno in un pari, avrebbe tenuto a distanza la Pergolettese. Invece la Pergolettese ci ha scavalcato ed ora siamo nelle sabbie mobili dei play out. Dubito che basti qualche ritocchino per sistemare la Rosa e dubito purtroppo che saranno prese le contromisure adeguate per salvarci. Mi arrendo. A mio umilissimo avviso dovrebbero partire Schenetti, Sbraga, Serpe & Cugnata (forse sono già partiti), Passador, Rutigliano, Bunino, Dell’Aquila e l’elenco è già troppo lungo. La vedo impossibile che parta Emanuello seppure in prestito, capite bene che si tratterebbe di una rivoluzione. Il direttore sportivo Musumeci è bloccato, i calciatori di scambio sarebbero gli inamovibili (Iotti e Comi), ci servirebbe un centrale difensivo che sappia comandare la difesa, un centrocampista di ordine e movimento, una punta veloce da affiancare a Comi. Questi tre elementi sarebbero la base da cui partire ma una base di qualità, sana, sufficientemente esperta e già pronta, ovvero non ferma da tre mesi o con 4 partite giocate nei mesi scorsi. Sarebbero assai utili anche due esterni d’attacco ma temo che la letterina a Babbo Natale sia già piena di desideri impossibili da realizzare. Perché non ci sono i soldi e i calciatori di scambio sono quelli soprannominati, se Ti privi di quelli buoni devi rimpiazzarli, se prendi ugual qualità di quelli che partono non ti cambia nulla. Sono sufficientemente rassegnato, sia sotto l’aspetto societario sia tecnico e come me temo lo siano in molti, tra gli Innamorati. Una rassegnazione che fa più lunga la notte, non ci sono scusanti o alibi, la Rosa è stata mal costruita e con illusioni evidenti, tipo che Emmanuello sarebbe ritornato quello di qualche anno fa o che Sbraga e Schenetti avrebbero sistemato difesa e centrocampo, attacco, o che Dell’Aquila sarebbe rinato a Vercelli o che Serpe e Cugnata, Biagetti e Vigiani sarebbe esplosi come Zerbin e Hristov. Amen, mi rassegno mestamente ad un calciomercato sottotono, avviatosi con l’arrivo di Benacquista e chiuso come mestamente temo accadrà. Mi rassegno alla sofferenza con l’ipotesi realistica di una retrocessione ai play out, resta il sogno (della notte) di Natale ma generalmente queste cose accadono solo nei film a lieto fine e fino ad ora stiamo assistendo ad un dramma che vede una proprietà che – dicono gli Innamorati- non comunica ai tifosi nulla di buono, accorato, passionale, che si possa configurare mentalmente come amore per la Pro. Ci affidiamo a Banchini ed al suo staff (a proposito, ma sono arrivati il preparatore atletico e l’allenatore in seconda? Forse mi è sfuggita qualche notizia), sperando che almeno loro ci possano regalare, se non nella notte di Natale al,e o un po’ più in là, qualche speranza di vita in una categoria professionistica di calcio mai come quest’anno di basso profilo complessivo. Buon Natale alla Pro che non sentiamo più nostra e sopratutto a Voi lettori affezionati, Vi lascio sotto la firma il gol di Emmanuello, quando lo rivedo mi emoziono comunque sempre.
Paolo d’Abramo
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