Il Vercellese ospiterà altri 38 profughi
L'emergenza sbarchi "porta" in Piemonte un nuovo gruppo di 776 persone suddivise in tutte le province
«Il Ministero dell’Interno ha stabilito le quote spettanti a ogni Regione nell’ambito della gestione dell’emergenza sbarchi e il Piemonte rispetterà gli impegni presi – spiega l’assessore all’immigrazione Monica Cerutti – Noi, però, non possiamo farci carico anche della parte spettante ad altre regioni. Credo che sarà importante che il Governo risponda alle esigenze dei territori attivando meccanismi incentivanti a 360 gradi, non solo allargando a tutti i comuni interessati l’esclusione dal Patto di stabilità delle spese affrontate per l’accoglienza dei migranti, ma aprendo le maglie del Patto e offrendo così ossigeno a tutti/e i/le cittadini/e». Al Piemonte, in questa nuova fase della gestione dell’emergenza sbarchi, è stato chiesto di accogliere 776 migranti, di questi 178 sono già arrivati nei giorni tra il 2 e il 4 giugno, mentre 290 arriveranno entro la giornata di martedì 9 giugno. I 776 migranti verranno suddivisi sulle province secondo le quote stabilite dal Tavolo di coordinamento regionale: 310 nella provincia di Torino; 95 nella provincia di Alessandria; 129 nella provincia di Cuneo; 38 nella provincia di Vercelli; 81 nella provincia di Novara; 48 nella provincia di Asti; 40 nella provincia di Biella; 35 nella provincia di Verbania. Al 1 giugno 2015 in Piemonte erano presenti 3.400 migranti, di cui 1.314 a Torino e Provincia. Nella sola Provincia di Torino i Comuni interessati dall’accoglienza sono 52 e le cooperative impegnate sono 17. «I territori piemontesi si stanno adoperando nell’integrazione dei gruppi di migranti che arrivano nei Comuni e mi piacerebbe che, oltre a dare eco alle strumentalizzazioni politiche infondate di chi vuole fare solo propaganda, si parlasse anche degli esempi positivi – aggiungere l’assessore regionale – A Pettinengo la popolazione si sta adoperando per evitare che i migranti vengano rimpatriati; a Rivarolo alcuni migranti hanno operato come volontari e vigilantes durante il mercato cittadino; a Gattinara operano da spazzini, agricoltori o sarti; a Pamparato hanno aiutato l’Amministrazione comunale in lavori di manutenzione e ci sono altri esempi sul territorio. Prova che l’integrazione tra profughi e comunità locale è possibile».