La giunta Cirio approva il nuovo Ddl sul gioco d’azzardo e riparte lo scontro con tutta l’opposizione

Il disegno di legge “Contrasto alla diffusione del gioco d’azzardo patologico (GAP)”, è stato approvato venerdì mattina dalla giunta regionale del Piemonte ed è ora destinato all’esame del consiglio. Nelle intenzioni dell’esecutivo Cirio il nuovo testo dovrebbe superare le criticità che avevano portato al ritiro della precedente proposta di legge sostenuta soprattutto dalla Lega.
Secondo il comunicato stampa diramato dall’ufficio stampa della Regione le novità introdotte dal disegno di legge sarebbero diverse: l’accertamento della maggiore età e la conseguente possibilità di utilizzo degli apparecchi per il gioco attraverso idoneo lettore del codice fiscale o della tessera sanitaria posizionato su ogni apparecchio del gioco lecito, nel rispetto della normativa in materia del trattamento dei dati personali; l’istituzione presso l’Osservatorio Epidemiologico delle Dipendenze patologiche (OED Piemonte), di una sezione tematica sul Gioco d’azzardo patologico, con funzione consultiva; l’utilizzo di 955mila euro annui per la lotta e il contrasto delle ludopatie, grazie all’utilizzo dei fondi ministeriali per la tutela della salute e il contrasto al gioco patologico.

Inoltre , per rendere omogenee sul territorio regionale le fasce orarie di interruzione quotidiana del gioco, i titolari delle sale da gioco, delle sale scommesse e degli spazi per il gioco sono tenuti, nell’arco dell’orario di apertura previsto, a rispettare le fasce orarie di interruzione quotidiana del gioco. Fasce orarie che, a differenza del passato, saranno omogenee per tutto il territorio regionale, in modo da scongiurare il rischio del “pendolarismo del gioco”. Resta il distanziometro a 400 metri dai luoghi considerati sensibili (tra cui compro oro, bancomat, scuole, ospedali) non trova applicazione nei casi in cui il rispetto delle distanze ivi previste venga meno per fatti sopravvenuti. Cioè nel caso in cui l’apertura di questi luoghi sensibili avvenga cronologicamente dopo l’apertura dei locali in cui sono installati apparecchi per il gioco legale. Viene introdotto il logo regionale e istituzione della giornata “Slot, no grazie!”. Infine chi ha dismesso gli apparecchi in forza della legge 9/2016 può rivolgere istanza per reinstallarli senza che ciò venga considerata nuova apertura. Pertanto si elimina l’effetto di retroattività della vecchia legge.

Tutto risolto, quindi? Dalle reazioni delle opposizioni di centro sinistra in Regione non si direbbe. Il primo ad attaccare è il Capogruppo di Liberi Uguali Verdi, Marco Grimaldi: «Bar e tabaccherie che avevano dismesso gli apparecchi potranno rimetterli, il Riparti slot riporterà macchinette ad ogni angolo della strada; in più la Giunta consentirà alle Sale slot che non si sono adeguate alla legge 9 del 2016 e alle norme sui distanziometri di godere fra 20 giorni non solo di una sanatoria che gli permetterà di uscire dall’illegalità e restare al proprio posto, ma di diventare addirittura dei monopolisti che potranno cedere la propria concessione a nuovi imprenditori: una compravendita sulla pelle dei più fragili. È un disegno di legge dannoso e pericoloso che annulla completamente una legge invece utile ed efficace, dando ai Comuni disposizioni senza alcun effetto, lasciando decidere ai Sindaci gli interventi di tutela per i soggetti fragili, introducendo un divieto ai minori già presente nella normativa nazionale e abolendo di fatto totalmente i distanziometri: esisteranno solo per i nuovi esercizi e a soli 250 metri dai luoghi sensibili. Uno schiaffo a chi si è adeguato alla legge e una sanatoria ex post per tutti quelli che colpevolmente non lo hanno fatto».

A stretto giro arriva la dichiarazione del consigliere regionale del Pd, Domenico Rossi: «Lo avevamo anticipato: la destra torna nuovamente all’assalto della legge regionale per la prevenzione e il contrasto al gioco d’azzardo patologico. Questa volta lo fa con un disegno di legge della Giunta regionale approvato nella mattinata di oggi.

Al centro del nuovo testo la possibilità, per chi ha dismesso gli apparecchi come imposto dalle legge 9/2016, di rivolgere istanza per reinstallarli senza che ciò venga considerata nuova apertura. Fanno finta di non sapere che il problema è proprio l’eccesso di offerta degli ultimi decenni, a causa della quale è cresciuta la domanda ed è esplosa la patologia. In poche parole si vorrebbero spostare le lancette dell’orologio indietro nel tempo così da far tornare le slot nei bar e nelle tabaccherie annullando di fatto i risultati ottenuti con la legge in vigore. Non sono bastati i pareri dell’Ordine dei medici, di quello degli psicologi, degli assistenti sociali, delle associazioni antimafia, dei movimenti cattolici, delle fondazioni antiusura, e anche dei rappresentanti delle forze dell’ordine, che spiegano come la Legge 9/2016 sia un punto di equilibrio importante, che regola un settore cresciuto enormemente negli ultimi anni senza bloccarlo, mentre porta un beneficio enorme in termini di salute per i cittadini piemontesi.

La destra fa orecchio da mercante e procede a testa bassa infischiandosene della salute dei piemontesi e piegandosi, invece, ai desiderata dell’industria del gioco. Sia chiaro, non dei lavoratori che vengono, invece, strumentalizzati. Sarebbe bastato, infatti, votare la proposta di Forza Italia che prevedeva una deroga alle scadenze  per le sale gioco, chiuse da mesi per la pandemia. Ma l’obiettivo vero è riportare le slot nei bar e nelle tabaccherie. Inutile che l’assessore Ricca ci racconti del milione di euro all’anno previsto nel nuovo testo per combattere la ludopatia: le risorse erano previste anche con la legge precedente, peccato che il Presidente Cirio e la sua giunta non abbiano speso un centesimo a riprova dell’atteggiamento di questa maggioranza verso il gioco d’azzardo patologico. 

Comincia ora un percorso in commissione e in consiglio. Sono curioso di capire come Lega, Forza Italia e Fratelli d’Italia supereranno le differenti posizioni in campo sul GAP e  mi auguro sia l’occasione per avere davvero i numeri istituzionali relativi alla questione occupazionale, che ad oggi non sono mai stati forniti dalla Giunta regionale. Come forze di opposizione ribadiremo dati alla mano gli effetti della legge in vigore (ricordiamo soltanto che tra il 2016 e il 2019 i pazienti in carico ai servizi sanitari piemontesi per dipendenza dal gioco sono diminuiti del 20,6% e le perdite del 16,5% rispetto al una media nazionale dello 0,9%) e utilizzeremo ogni strumento politico per difendere il diritto alla salute dei piemontesi più fragili, nell’ottica di quanto previsto dalla nostra costituzione, per cui l’impresa privata non deve essere in contrasto con l’utilità sociale».

Ancora più dura e netta la posizione del gruppo regionale del Movimento 5 Stelle: «Lega e centrodestra si mettano il cuore in pace, ci opporremo in ogni modo anche a questo nuovo tentativo teso a smantellare la buona legge regionale 9/2016 contro l’azzardo patologico. Siamo pronti alla “trincea” in Consiglio regionale. E’ un impegno morale che assumiamo nei confronti delle migliaia di famiglie che, grazie a questa legge, sono uscite dal tunnel delle azzardopatie. Il disegno di legge approvato in Giunta si discosta ben poco da quello, a firma Leone, che ha avuto vita breve in Consiglio regionale. Non bastano progetti di contrasto al gioco d’azzardo se poi, sul territorio, si consente il via libera al far west delle slot». 

Come in occasione della precedente Proposta di legge, a difesa del nuovo Ddl scende in campo la Lega con il suo presidente Alberto Preioni, il vicepresidente Andrea Cerutti e il presidente della Terza commissione Claudio Leone, che esprimono piena soddisfazione per l’approvazione da parte della giunta regionale del disegno di legge a tutela del gioco legale presentato oggi dall’assessore alla Sicurezza, il leghista Fabrizio Ricca: «Lo avevamo detto e lo abbiamo fatto, di fronte a un cieco ostruzionismo delle opposizioni che negava un corretto confronto in aula la giunta ha presentato e approvato un disegno di legge che permetterà di regolamentare con nuovi strumenti il gioco legale in Piemonte, salvando migliaia di posti di lavoro. Un testo di buonsenso che coniuga il supremo bene della salute pubblica, garantendo risorse e mezzi per il contrasto alla ludopatia, con la tutela del diritto al lavoro onesto che sarebbe stato negato dall’abominio giuridico della retroattività prevista dalla precedente normativa. Un punto di svolta fondamentale per garantire un futuro a migliaia di famiglie piemontesi, sulla strada di una definitiva approvazione che, entro qualche settimana, ci permetterà di avere una nuova e più giusta legge sul gioco legale. L’ennesima dimostrazione della buona politica della Lega, che agli annunci preferisce i fatti concreti. Specialmente quando da tutelare c’è il destino di migliaia di onesti cittadini».

Nella serata di mercoledì è arrivata anche la dichiarazione dell’assessore regionale al bilancio Andrea Tronzano: «Il Disegno di Legge sul contrasto alla Diffusione del gioco d’azzardo patologico approvato oggi in Giunta ridefinisce alcuni aspetti della legge a suo tempo approvata nel 2016 ma lo fa migliorandone alcuni aspetti al di là dell’art 18 che fa giustizia sulla retroattività. Innanzitutto contrasta e lotta al gioco patologico, tiene le distanze dai luoghi sensibili, certifica gli strumenti sanitari di controllo alla ludopatia e inasprisce le sanzioni a chi non rispetta le regole. Inoltre stabilisce delle fasce orarie rigorose uguali per tutti evitando il pendolarismo del gioco e infine il testo non prevede la retroattività per i bar. Sono soddisfatto del lavoro realizzato dalla giunta che ha presentato questo DDL per venire incontro alle giuste esigenze dei lavoratori del gioco lecito penalizzati oltremisura da alcune norme. Lo sforzo effettuato dalla Giunta è stato quello di rendere questa legge giusta, equa e al passo con i tempi, intervenendo laddove era necessario per tutelare sia i consumatori che i lavoratori. Mi auguro che si comprenda che il lavoro è stato fatto per venire incontro alle esigenze di tutti e che venga approvato al più presto».