La lunga estate calda del calcio, della Pro
Lunga, la lunga estate calda del calcio. Per la temperatura che qui in Primavera sembra già caldissima, noi che viviamo a latitudini ed umidità che talora neanche a Maceiò nell’Alagoas in Brasile dove nel 1992 l’Italia perse in Coppa Davis, spiaggia lunga bellissima e qualche mese con caldo umido alle stelle ma forse senza zanzare, forse. Per la Pro la Stagione 2016/2017 è finita, mentre ancora duellano le compagini che vogliono salire in A, tipo Carpi Frosinone Perugia Benevento, la Ternana conclude il ciclo di presidenza Longarini e deve trovare 800mila euro entro la fine di giugno per iscriversi in serie B, alcune squadre di Lega Pro, come Livorno Parma Alessandria Lecce Cosenza Pordenone Reggiana e Lucchese sono impegnate nella lotta per la conquista di un posto, e solo uno, in serie B, si danzano i valzer intorno alle panchine disponibili tra i Cadetti. Il calciomercato, di allenatori e giocatori è, per i primi, nella fase incandescente del rettilineo finale, come nel Giro centenario di quest’anno, per i viaggi dei giocatori invece il tempo a disposizione è ancora molto, nonostante le opinioni dei Tifosi – tra cui gli Innamorati- apprensivi, apprensivissimi. Siamo noi a ripetere il mantra del salmo di ringraziamento, a ripetere l’elenco dei Leoni che resteranno e di quelli che se ne andranno e non saranno più Leoni, almeno per quest’anno, anzi il prossimo. Mi rendo conto che l’inquietudine è una condizione dell’animo che non si può placare, mitigare come un’allergia ai pollini, un’allergia costituzionale o indotta alle operazioni sottotraccia, normali nel calcio di oggi. Ho fiducia, ho grande fiducia, sarebbe stolto non averne. E per questo mi rendo conto che è inutile metter in padella nomi, ipotesi di scalate societarie, cessioni di quote, voci inconsistenti ad oggi, ma anche a domani. Tutto resterà identico, tutto scorre e niente resta identico, le persone che in campo corrono o parano, quelle non tutte, un poco cambieranno, ma l’approccio al mercato e chi lo farà e chi guiderà la Pro no, nessuno di questi cambierà, che ciò accada ha la stessa probabilità dell’invasione di Vercelli, domani, da parte dei marziani. Gaudeamus igitur, noi eterni fanciulli, o perlomeno giovani nell’animo quando trattiamo di Pro, senza l’obbligo di fare risultato, melina o assalto alla baionetta, di quest’ultimo non ho memoria da molto tempo, neppure a calciobalilla con gli omini bianchi contro quelli azzurri anche se qualche volta si vince. Nessun nome in arrivo nel calciomercato, è troppo presto, in partenza molti, tra i prestiti Provedel al Chievo, Bani pure, Emmanuello verso Atalanta, Palazzi all’Inter e poi chissà, Luperto al Napoli, si cercherà di trattenere Eguelfi dall’Inter ed uno sforzo per Luperto, chissà. Per chi arriverà, giovani e giovani, soprattutto giovani, l’obbligo di dimostrarsi Leoni e tra quelli che lo faranno qualcuno emergerà come Leone alfa, alfa 1, alfa 2 , alfa 3, non proprio Simba ma neanche Calimero che a sua discolpa può sempre dire che non è colpa sua se è fatto così, piccolo e nero, e così non può piacere a tutti, anche se non è Leone, alfa tra gli alfa ma di alfa, nulla cambiando, dal punto di vista tecnico-tattico ce ne può essere solo uno, gioisca chi ne è felice, s’intristiscano gli altri. Tutti accomunati dall’Amore per la Pro, su posizioni diverse. La lunga estate calda, di mercato, movimenti, preparazione, amichevoli, Coppa Italia che ora si chiana Tim Cup, credo. Abbiate pazienza, è ancora troppo presto.
Paolo d’Abramo