Affollato e “vivace” il dibattito promosso dalle Acli sul referendum

L’associazione cristiana dei lavoratori ha messo a confronto le ragioni del “sì” e quelle del “no” alla riforma costituzionale

Da sin. Tarasco, Natale, Pretti e Poggi

Folta partecipazione e dibattito vivace: così si può sintetizzare il bilancio dell’interessante incontro organizzato nella mattinata di sabato 1 ottobre, in seminario a Vercelli, dalle Acli provinciali. E, d’altro canto, il tema scelto era uno di quelli più d’attualità in questo momento: la riforma della costituzione e l’imminente referendum. La tavola rotonda, coordinata dal presidente provinciale delle Acli, Michele Pretti, ha messo a confronto le “ragioni” del sì e quelle del no rispetto al quesito referendario, rappresentate rispettivamente dalla docente dell’Università di Torino, Anna Maria Poggi, e dal giudice del tribunale del capoluogo piemontese, Andrea Natale. Dopo il saluto iniziale del sindaco di Vercelli, Maura Forte, e del sottosegretario al lavoro, Luigi Bobba, che è già entrato nel merito di alcuni contenuti della riforma, si è passati agli interventi dei due relatori. Poggi ha motivato il suo giudizio positivo sulla riforma che sarà sottoposta a referendum confermativo sostenendo che «si tratta di uno sforzo complessivo di riordino del nostro sistema istituzionale che, partendo dalla modifica del sistema bicamerale, fa discendere tutta una serie di provvedimenti che vanno nella direzione della semplificazione delle procedure di formazione delle leggi e delle modalità di rapporto tra le varie componenti dello Stato». Poggi si è soffermata particolarmente sulle competenze della Camera e del nuovo Senato così come individuate dalla riforma e ha concluso sottolineando la necessità di dare continuità a uno sforzo riformatore che allinea il nostro Paese alle grandi democrazie europee dove da tempo si è superato il bicameralismo perfetto.

Dal canto suo Natale, pur ammettendo che cambiare la Costituzione è un esercizio legittimo, ha contestato la bontà di una riforma che, a suo avviso, «concentra troppo i poteri su un polo (quello governativo), introduce una serie di piccole e grandi contraddizioni che rischiano di tradursi in complicazioni e non in semplificazione, promette cose che non è detto che si realizzeranno». Rispetto a questo ultimo elemento Natale ha fatto l’esempio di molte parti della Costituzione del 1948 che sono state attuate solo a decenni di distanza: «Rischiamo di vedere apsetti importanti della riforma inattuate a lungo».

Dopo un dibattito partecipato e “frizzante” è toccato al presidente regionale delle Acli, Massimo Tarasco, chiudere la mattinata ribadendo l’impegno “pedagogico” che l’associazione si è dato di offrire momenti di confronto pubblici durante i quali la gente possa ottenere le informazioni utili per un’espressione di voto consapevole quando sarà chiamata alle urne, il 4 dicembre, in occasione del referendum costituzionale.