La Lega replica al Pd: «Incomprensibile la soddisfazione per la pronuncia del Tar»
Come era prevedibile, il comunicato del segretario provinciale del Pd, Gian Paolo De Dominici, sulla recente pronuncia del Tar del Piemonte che ha rigettato i ricorsi contro il piano sanitario voluto da Saitta, sta provocando polemiche e reazioni. La prima ad essere ufficializzata è quella della Lega Nord che, con un comunicato del segretario cittadino Gian Carlo Locarni, replica punto per punto alla comunicazione di De Dominici: «Leggiamo con stupore il comunicato stampa de PD in merito alla Sanità Vercellese e alla decisione del TAR. Noi, come i cittadini e gli utenti della Sanità vercellese, ci chiediamo quale sia il motivo che rende il PD così soddisfatto. Forse al PD è sfuggito qualcosa, o non hanno capito, che il TAR non ha detto che le decisioni e i tagli di Saitta fossero giusti, ha detto che poteva prenderle. Il PD lo chieda poi ai cittadini e ai lavoratori se secondo loro erano decisioni giuste, è sotto gli occhi di tutti cosa sta accadendo, l’accesso alle cure è sempre più difficoltoso, le liste di attesa sono problematiche, e tanto altro, ne parlano tutti i giornali dei problemi della sanità piemontese. Il PD poi entra sul tema della mozione di sfiducia recentemente portata avanti dalla Lega Nord insieme alla minoranza, confondendo i lettori, in quanto la mozione era basata sul mancato rispetto del Sindaco di una delibera consiliare votata a maggioranza che richiedeva di ricorrere al TAR. Non è che il fatto che l’interpretazione odierna del TAR possa giustificare alcun gesto o decisione antidemocratica come quella assunta allora dal Sindaco, sennò assisteremmo a un proliferare di decisioni antidemocratiche basate sulla quotazione o scommessa su come si pronuncerà l’eventuale TAR di turno mesi o anni dopo. Aggiungendo pure la bocciatura avuta dalla conferenza dei Sindaci, i motivi politici per portare avanti la democratica mozione di sfiducia, erano già ben chiari a tutti, tacciarli come strumentali o denigratori non ha senso, a meno di non volere prevedere in futuro l’abolizione anche di questo strumento di confronto democratico, sulla scorta di altre decisioni che il PD sta prendendo a Roma. Noi ogni volta che calpesterete un passaggio democratico, un diritto, scenderemo in piazza. In merito al ritornello tanto caro alla sinistra, e tanto strumentale e denigratorio, che il PD avrebbe ereditato una situazione critica dalla giunta precedente, ricordo che il Piemonte entrò in piano di rientro con Roma, solo,dopo l’inenarrabile gestione della signora Bresso e se non ricordo male, la regione era invece governata dal PD, e si è visto».