Bilanci e prospettive in casa Pro

Prospettive in casa Pro Prospettive in casa Pro

Tempo di bilanci. A distanza di qualche giorno dalla sconfitta con la juventus under 23, è tempo di bilanci in casa Pro, un campionato si è concluso ed ora occorre capire cosa si vorrà fare da grandi, sia nel senso di una Società che dopo due anni può decidere se vivere in serie C facendo quadrare i i conti con le valorizzazioni dei giovani ed un campionato da qualificazione play off oppure investire bene in quadri tecnici e giocatori per riprovare il salto in serie B. Direi che dopo la metà del girone di andata era piuttosto chiara la forza – tecnica, psicologica – della Prima squadra. Nel mercato di gennaio –  e facendo il raffronto con le grandi che avrebbero provato davvero il tuffo nell’impresa della promozione – si è compreso che si trattava anche di una questione economica e che la Pro quest’anno non avrebbe potuto competere con Sudtirol, Padova, Feralpi, se il Sudtirol ingaggia Galuppini e la Pro non ha la forza di trovare una valida alternativa al rifiuto di Taugourdeau o alla fragilità di un reparto difensivo lento e impreciso, salvato spesso dalle prodezze del partente Matteo Rizzo, non ci si può far nulla. Non vorrei elencare nel cahier de doleances gli errori, a bocce ferme sono capaci (quasi) tutti. Forse può essere più utile, o sarebbe, capire quali saranno i reali obiettivi per il prossimo campionato, ferme restando le rassicurazioni che chi Vi scrive ha avuto sul rifacimento del manto erboso sintetico del Robbiano Piola. Questa è garanzia di continuità, almeno nella disputa del campionato di serie C, professionisti. Le scelte che dovranno essere sostenute – dopo aver fatto i bilanci sportivi ed economici – sono piuttosto numerose, a partire dalla questione societaria e dall’eventuale allargamento della base economica per passare alla guida tecnica, nessuna delle due scelte quest’anno, per ragioni diverse, ha realmente convinto. La prima per il crollo verticale dopo le illusioni iniziali, la seconda per ragioni che i tifosi più accesi definirebbero di qualità di gioco e di lettura di partita con scelte iniziali o cambi annessi. Certo che anche le prestazioni di alcuni calciatori quest’anno alla Pro hanno deluso, gli infortuni sono in ogni squadra, il valore tecnico e la precisione varia, così come la forma fisica legata alla preparazione. Penso di poter affermare serenamente che la Pro di questa stagione non avrebbe potuto andare al di là del secondo turno dei playoff off,forse il terzo, ovvero il primo della fase nazionale, a meno di magie improvvise che si creano per ragioni non solo legate alle abilità tecniche ma anche alle qualità del gruppo nel suo insieme, coeso e compatto, dalla guida tecnica all’ultimo dei panchinari. La scelta del mister sarà evidentemente indicativa degli obiettivi, nessun allenatore di qualità, già emerso, emergente o affamato, accetta la sfida dichiarata di un campionato d’avanguardia senza certezze nella Rosa. Chiaro che dalla scelta dell’allenatore e da quanto questo inciderà sulla scelta dei giocatori,  dipenderà tutto il resto, mercato compreso. Perché il mercato non fa sconti, al limite può fare cortesie da ricambiare in prospettiva, se l’anno scorso – per esempio – arrivò Hristov e quest’anno la Pro ha giocato – ad opinione di numerosi Innamorati – con qualche centrale difensivo non sempre perfetto, le responsabilità non sono dell’allenatore. Così come non è responsabilità di qualsiasi allenatore se van via prima Nielsen e poi Awua, senza sostituti di pari valore, al netto dell’infortunio al bravo Simone Emanuello. Lascio agli appassionati di Pro ed all’analisi dei numeri sul campo,  la valutazione – altro esempio –  del passaggio da Costantino a Bunino. Per costruire la Rosa di quest’anno possiamo ipotizzare che si sia speso meno, difficile sperare che il piazzamento sarebbe stato migliore di quello dell’anno precedente. Ecco quindi che occorre attendere le prossime decisioni societarie dopo la valutazione dei bilanci, al netto dei ringraziamenti per un quadro finanziario solido e per la sopravvivenza tra i professionisti del calcio. C’è chi prova a fare un gradino in più ma viene ricacciato mestamente sotto perché la B, come dice un allenatore a me caro, “ è una brutta bestia”. Avercene, di allenatori così, speriamo sempre nel meglio e naturalmente “Forza Pro”!

Paolo d’Abramo