Pro, così non va

Pro così non va Pro così non va

Pro, così non va. Anche nello sport ci sono corsi e ricorsi storici, pure nel breve periodo. L’anno scorso avevamo fatto un filotto di 4 vittorie consecutive ed incominciato a sognare, questa volta ci siamo fermati a una, la prima, con il Padova. Dopodiché sono arrivati i segnali d’allarme. Il poker subìto a Trento (contro una squadra che ha fatto poi un punticino), due pareggi e la sconfitta nel derby. Ecco, c’è di che preoccuparsi. Per che cosa dobbiamo preoccuparci? Per la classifica, che è l’effetto. E la (o le) cause? Fragilità di gioco (che tradotto significa assenza di un modulo – o moduli – adeguati e vincenti), calciatori che appaiono inadeguati per inesperienza, carattere, forma fisica in alcuni attualmente da migliorare. Quanto alla partita contro il Novara, affrontare una compagine forte ed esperta con un centrocampo iniziale composto da Calvano e Saco Coli, esiguo nel numero, nel dinamismo, nelle idee e con Mustacchio a faticare per cantare e portare la croce, significa esporsi senza difese alla forza d’urto degli avversari. Vergara è bravo ma votato alle trame offensive, Iotti deve fare l’elastico su e giù, non si può al contempo spingere e coprire bene, Silvestro paga inesperienza dei campionati e qualche approssimazione. Si segna, ogni tanto, come ieri con Della Morte e grazie alla sua bella azione personale, si mettono anche in evidenza buoni colpi da parte di giovani talentuosi che un giorno potrebbero essere in B o in A, ma subito dopo si subisce la reazione di avversari, non sempre corazzate come il Novara, Trento e Renate non lo sono, la Triestina forse lo diventerà. Posso scrivere che mi manca un pochino Lerda, al di là del carattere, degli atteggiamenti in campo, di un gioco assai poco appariscente ma considerando solo solidità della squadra e risultati? Non scrivo Modesto, che impostava molto della sua tattica sui duelli individuali, era molto amato dai suoi calciatori e a Vercelli ha fornito risultati più che soddisfacenti. Sapevamo di non essere uno schiacciasassi ma non immaginavamo di vedere confusione in campo con calciatori che non sanno bene o non capiscono o ancora non accettano volentieri di fare quel che dovrebbero fare secondo i dettami tattici. E, tra questi, ve ne sono alcuni lenti o impacciati, è la loro natura o la conseguenza di posizione in campo, verde età, caratteristiche tecniche, forma fisica. La difesa della Pro, fatto salvo Perrotta, balla ( e non si capisce perché Anastasio non giochi dal primo minuto e fino a che fiato e gambe lo reggano in piedi), il centrocampo vede un Saco Coli che da tre partite è arruffone e inconcludente e non si capisce perché continui ad essere schierato. Davanti- oltre all’enorme delusione Arrighini giustificata dal fatto di non essere ancora in forma o essere poco o nulla servito ( e anche lui non fa granché per farsi servire ), si salva il sempiterno Comi, tenuto talvolta e inspiegabilmente in panca. I giovani, una mezza delusione, anche trequarti di delusione. Chi si salva in questa valle di lacrime? Valentini, Iotti, Della Morte, Mustacchio e appunto Comi, un po’ poco. Il resto è abbastanza inguardabile e, lo riscrivo, sia perché alcune prestazioni dei singoli sono incostanti sia perché – ma forse sono io che ho ricordi diversi e lontani – l’impegno non manca ma il furore agonistico – specie in un derby – è un’altra cosa. È vero che con il sintetico non ci si può sporcare la maglia ma senza scomodare Miragol, Ranellucci o Andrea Rosso, alcuni calciatori di questa stagione forse non hanno ancora capito (e purtroppo temo che non lo capiranno mai) che una volta a Vercelli (ed anche in questo caso senza scomodare Ardissone e le maniche rimboccate) prima di uscire dal campo sconfitti si dava l’impossibile. Alcuni limiti nella Pro di questa Stagione sono evidenti in diversi calciatori, va bene, anzi no, va male. Si può migliorare ? Si potrebbe, in tutti i sensi, dal gioco (assente ed affidato alle iniziative dei singoli), alla personalità. Certo, questa Rosa ha qualche carenza che avevamo evidenziato fin dall’inizio, un centrale difensivo comme il faut (Perrotta è troppo solo), un centrocampista che sappia governare ritmi e cambi di gioco, una valida spalla a SuperComi. E spiace davvero perché l’attuale dirigenza prova a fare tutto il possibile per ottenere buoni risultati. Speriamo di svegliarci presto da questo brutto sogno, fin a partire dalla prossima a Busto, perché cosi come siamo messi ora, proprio non va.

Paolo d’Abramo