Demaria si dimette dal consiglio in polemica con la minoranza

«La mozione di sfiducia al sindaco andava concordata invece ciascuno si è mosso autonomamente»

Enrico Demaria

In attesa di conoscere l’esito della mozione di sfiducia presentata dai consiglieri di minoranza nei confronti di Maura Forte, un effetto tale mozione l’ha già prodotto: l’addio a Palazzo di città del leader di minoranza di Enrico Demaria.

Il capogruppo di Vercelli Amica, nonchè principale “competitor” di Maura Forte alla poltrona di sindaco, ha spiegato la sua decisione (già fatta conoscere al sindaco) con un disaccordo con gli altri gruppi di minoranza: «Avevo parlato con i consiglieri di Forza Italia per concertare insieme le strategie per formulare la mozione di sfiducia – spiega Demaria – Invece ho visto che tutti i consiglieri di minoranza avevano firmato senza alcuna consultazione. A questo punto sono rimasto l’unico a non firmare un documento così importante per la vita di un’amministrazione comunale». Un atto che, secondo Demaria, lo metterebbe, in futuro, in una scomoda condizione durante il consiglio. Senza contare che, in questo modo, la figura del leader della minoranza ne uscirebbe ridimensionata: «Non voglio passare come un sostenitore della “giunta-Forte”: meglio troncare subito e chiudere un’esperienza bellissima e arricchente dal punto di vista umano». A dimissioni ratificate, a Enrico Demaria subentrerà Renato Pizzimenti, primo dei non eletti della lista che appoggiava Demaria o, in caso di rinuncia, Gianfranco Sacchi e Manuela Cerruti.

Tornando alla mozione di sfiducia, redatta da Maurizio Randazzo, il documento è stato sottoscritto da 15 consiglieri (l’ultimo firmatario in ordine di tempo è stato Adriano Brusco del Movimento 5 Stelle) superando il quorum di 13 previsto dal regolamento.