Notte fonda

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Notte fonda. “Onore a chi è andato a Seregno e chi continua a sostenere la squadra” scrive John sul suo muro. Concordo. La sconfitta per uno a zero di Seregno contro il San Giuliano City, diretta concorrente nella lotta per la salvezza, è scaturita dopo non aver mai impegnato il portiere locale, neppure in una sola parata difficile. Abbiamo preso gol su palla inattiva e con la difesa immobile, portiere compreso. La reazione: sterile e inefficace. Se è vero che ci sono stati negati due rigori, Var in C non c’è ed il livello arbitrale è – a detta dei tifosi – generalmente quello attuale della Pro, forse un po’ più in alto del limbo, anzi dell’inferno, non solo per gli insulti subiti. Ma non sarà colpa dei rigori non concessi se la Pro non si salverà. Non ci salveremo perché nei play out troveremo squadre affamate – e la Pro pare non esserlo – con allenatori esperti di categoria e la Pro non ce l’ha, ha scelto la soluzione interna, i tifosi più arrabbiati dicono che l’ha fatto per non spendere. Ma se si retrocederà, tutti i calciatori saranno svincolati, il patrimonio della Rosa rimasta sparirà. Squadra malcostruita, mal guidata ed indebolita a gennaio, dicono le partenze di Masi, Mustacchio e Della Morte – oltre ad un nugolo di giovani – senza adeguati sostituti, probabilmente le cessioni sono state fatte perché i calciatori non avevano caratteristiche che piacevano a mister Paci che è stato, poi, esonerato o forse Paci non c’entra nulla. Sperano, i tifosi, di essere smentiti nelle prossime ultime quattro partite della stagione regolare ( Arzignano e Mantova in casa al Robbiano Piola, Pordenone e Lecco fuori, di certo non basterebbe vincere la prossima in casa con l’Arzignano, ora il San Giuliano ci sta davanti di due punti) ma la squadra oggi è morta. Morta. Notte fonda. Provano a correre i calciatori, poi quando non ne hanno più – abbastanza presto – si fermano, alcuni anche prima per le imperfette condizioni fisiche. Corrono in modo confuso, alcuni toccano pochi palloni, altri toccano più palloni e sbagliano. Altri corrono con la loro tecnica ed il talento che hanno, per la loro gloria, attuale e futura. Continuiamo a sperare di salvarci, una speranza di laica fede, nulla più. Della partita contro il San Giuliano i tifosi sentiti e letti nei commenti del dopo gara non salvano nessuno di quelli in campo, solo i tifosi al seguito. Ai giovani in prestito qui importa assai poco della Pro, il prossimo anno saranno da un’altra parte. Che ci smentiscano nelle ultime quattro giornate, compresa la coda play out. Anche i prestiti meno giovani non han fatto né oggi né in stagione una gran bella figura , Arrighini, quest’anno non ha dato un contributo positivo, mi pare pacifico e come lui Anastasio, è l’opinione di chi segue regolarmente la Pro, ovvero gli Innamorati delusi. Anche loro, che ci smentiscano sul campo nelle ultime quattro gare. Notte fonda. Questa squadra è morta, speriamo resusciti nel finale di Stagione ma non so proprio in chi e perché gli Innamorati dovrebbero riporre le speranze. Più volte è stato detto che altre Società hanno speso meno e stanno sopra la Pro in classifica ( Pro Sesto, Virtus Verona, per fare un paio di esempi, anche l’Arzignano ed altre). Ma anche fosse che la Pro sia stata quella che ha speso meno per allestire il Rosa, il risultato è al momento molto deludente . Che fare ora, in piena zona play out? I tifosi Innamorati possono continuare a sperare nella salvezza e sostenere la squadra con quel poco di nerbo rimasto, comunque superiore a quello sfoggiato dagli undici di volta in volta in campo. E la Società ora, che dovrebbe fare ? Non so, pare che in quest’annata orribile tutte le scelte prese dalla Società siano state quelle sbagliate. Se non hanno chiamato un allenatore di categoria per sostituire mister Paci è difficile che lo facciano ora. Possono aprire le porte dello stadio per le ultime due in casa ma esiste qualche dubbio che la chiamata alle armi del tifo sortirà qualche effetto. Grazie comunque di averci provato, si sapeva che subentrare dopo le annate della B e l’infausta seconda retrocessione non sarebbe stato facile, ci hanno provato, non ci hanno provato gli imprenditori locali, onore a chi da fuori è arrivato per far vivere la Pro tra i professionisti. Si sta per chiudere questa parentesi, ovvero la permanenza tra i professionisti, nessun osservatore ragionevole scommetterebbe cinque centesimi sulla reazione di questa squadra. Resta la speranza, l’ultima a morire, mentre la Pro appare, ai più, già morta.

Paolo d’Abramo