La “querelle” sui rimborsi regionali si conclude con le scuse di Rosso

Alta tensione tra Palazzo Lascaris e il deputato vercellese a causa di una battuta di quest’ultimo durante una trasmissione televisiva

Una frase pronunciata durante una trasmissione di approfondimento in onda su un’emittente locale ha causato un vero e proprio caso politico a Palazzo Lascaris, sede del consiglio regionale del Piemonte. Il protagonista della “sortita” è il parlamentare vercellese Roberto Rosso: secondo quanto riferito da diversi siti web, il deputato avrebbe rivelato di aver invitato nella sua casa di Sestrière un consigliere regionale, il quale si faceva pagare la settimana bianca dai contribuenti, attraverso un “trucchetto” in combutta con un amministratore locale. E a Torino si è scatenata la caccia al furbetto del rimborso.

Subito si è scatenata la “caccia al furbo”. Il capogruppo Pdl in consiglio regionale Luca Pedrale ha subito diramato un comunicato dai toni bellicosi: «Nella conferenza dei capigruppo di oggi ho proposto al presidente del consiglio regionale Valerio Cattaneo e al presidente della giunta regionale Roberto Cota di chiedere all’on. Roberto Rosso di dire chi era il consigliere regionale di questa o di precedenti legislature che sciava con lui a Sestriere e si faceva autocertificare le presenze. Spero che l’on. Rosso  entro 24 ore faccia il nome di questo consigliere o ex consigliere. Altrimenti la Regione Piemonte dovrà querelare per diffamazione l’on. Rosso, per aver leso l’immagine e la dignità dell’istituzione regionale».

Poi una nota personale: «Per informazione colgo l’occasione per comunicare che non ho mai sciato con l’on. Rosso a Sestrière o da altre parti».

A Pedrale hanno fatto subito eco Cota e Cattaneo con una dichiarazione congiunta: «Invitiamo Roberto Rosso, a seguito delle sue dichiarazioni a organi di informazione, a rivelare immediatamente il nome del consigliere regionale a cui ha fatto riferimento. Ciò al fine di evitare che un eventuale comportamento certamente esecrabile, qualora accertato, possa ledere l’immagine dell’istituzione regionale e degli stessi consiglieri che nulla hanno a che fare con questo episodio».

Nella serata sono arrivate le scuse di Rosso con una missiva che lo stesso Cattaneo ha letto pubblicamente davanti all’assemblea di Palazzo Lascaris: «Carissimi, ho visto con rammarico le conseguenze e il frastuono suscitati da una mia battuta, per il vero improvvida, circa la certificabilità delle missioni dei consiglieri regionali nel passato della Regione Piemonte.  Mi spiace inoltre che per un improprio accostamento al Comune di San Germano, da me citato per comodità tra i molti comuni piemontesi, a farne le spese sia stato l’incolpevole capogruppo Pedrale.  Vi chiedo scusa per questo incidente e vi saluto cordialmente».

Ma ormai la bomba è scoppiata: così il gruppo regionale del Movimento cinque stelle deposita un ordine del giorno in cui si chiede di «dare mandato agli uffici competenti di far luce sulle dichiarazioni rilasciate dall’on. Rosso attraverso l’analisi di tutte le autocertificazioni passate» incaricando «l’Ufficio di presidenza di rendere pubbliche dette autocertificazioni, dando possibilità alla Procura della Repubblica di Torino e alla Corte dei Conti di svolgere le opportune verifiche riguardo alla legittimità dei rimborsi corrisposti».

Lo stesso Pedrale, a mezzo Facebook, ribadisce: «Non sono io il consigliere regionale che sciava con Rosso a Sestriere: lo stesso on. Rosso ha chiarito ai giornali locali e nazionali che non si trattava del sottoscritto. Voglio comunque sapere chi è il consigliere che sciava con lui e continuerò a chiederlo fino a che non avrò risposta, perché è giusto che si sappia come sono andate le cose».

Insomma l’affaire sembra solo all’inizio…