Confagricoltura all’attacco: «Pac fallimentare. Ripartiamo da zero»
A pochi giorni dall’impegno assunto dalla Regione Piemonte e Arpea per accelerare i pagamenti privisti dalla Pac (vedi articolo a pag. 2 del Corriere eusebiano in edicola) arriva un nuovo attacco di Confindustria proprio alla natura stessa dalla Pac. «Gli strumenti della Pac decisi nemmeno due anni fa dimostrano di essere inadeguati se non addirittura fallimentari. In vista dell’appuntamento per la riforma della politica comune per il post 2020, è il momento di dire basta restyling, ripartiamo da zero». Questa la posizione del presidente di Confagricoltura Mario Guidi, interveuto a Bruxelles all’evento organizzato al Parlamento europeo sulla revisione della Pac dal think tank “Farm Europe”, l’osservatorio di alto profilo sulle politiche agroalimentari europee. L’incontro, patrocinato dall’europarlamentare francese Michel Dantin e aperto dall’intervento del commissario europeo per l’Agricoltura Phil Hogan, ha previsto una tavola rotonda con Guidi, il presidente della Fnsea (l’organizzazione professionale degli agricoltori francesi) Xavier Beulin, l’europarlamentare italiano Paolo De Castro, il direttore del Gruppo Südzucker (grossa realtà cooperativa saccarifera tedesca) Markus Neundörfer. «Non ha più ragione di essere il garantire un pagamento diretto generalizzato e per tutte le produzioni – ha osservato Guidi – indipendentemente dall’andamento di mercato. Si rischia di sovracompensare gli agricoltori nelle fasi positive degli scambi e di non compensare adeguatamente i momenti di crisi. E’ questo il problema centrale del “disaccoppiamento”, che dobbiamo avere il coraggio di cambiare. Con quali fondi e attraverso quali strumenti lo si dovrà decidere, certo è che occorre riflettere sul non successo degli strumenti presenti oggi nello sviluppo rurale e anche sul rapporto tra pagamenti diretti e strumenti assicurativi». In tale contesto, il presidente di Confagricoltura ha parlato di aziende agricole impegnate nella produttività e competitività, ma anche nel welfare, nella sostenibilità e nel greening. «Per quanto riguarda la sostenibilità bisogna proporre – ha detto – obiettivi precisi e non imposizioni generalizzate, complesse, incoerenti con gli obiettivi della Pac (la sicurezza alimentare) e di dubbia efficacia». Guidi ha avanzato in tal senso una proposta precisa: si potrebbe assegnare a ciascuna impresa agricola, per come è strutturata e per come viene condotta, una sorta di punteggio simile a quello utilizzato per l’efficienza energetica delle abitazioni, che identifica il contributo alla sostenibilità ambientale e alla tutela dell’ecosistema che quella unità produttiva è in grado di garantire, stabilendo una soglia al di sopra della quale l’azienda è “greening conforme”.